Alle 6.45 del 13 maggio viene avvistata terra in lontananza. È l’Alaska. Il paesaggio rimane a lungo desolato anche quando il dirigibile arriva effettivamente a sorvolare la terraferma. La prima presenza umana vista dall’alto è un piccolo gruppo di Inuit. Cinque o sei persone, vestite dei tradizionali parka, intenti a guardare con interesse e sorpresa lo spettacolo del dirigibile che passa a 200 metri sopra di loro.
Il maltempo non diminuisce e l’equipaggio vaga nella nebbia fitta perdendo più volte contezza della rotta che si sta seguendo. Dopo decine di ore di ordalia, in cui si rischiano schianti con alture poco visibili e si devono affrontare temporanee perdite di controllo dell’aeronave, il Norge si ritrova sul mare in prossimità dello stretto di Bering e può, pur faticosamente, iniziare un percorso lungo la costa dell’Alaska.
