Una nuova serie di estratti da giornali internazionali del 1926!
Ecco le notizie che 95 anni fa incuriosivano il mondo. Tutti con il fiato sospeso per scoprire se il dirigibile Norge avrebbe completato la sua missione: il primo sorvolo del polo nord nella storia dell’umanità…
Il “Norge” non è ancora partito, Il Secolo, Milano, 5 maggio 1926
[Londra, 4 maggio] Il ritardo, di alcuni giorni, nella partenza del Norge da Leningrado per le Spitzberg ci è stato così spiegato dal prof. Bianchi, direttore della specula di Brera e presidente della sezione milanese dell’Aerotecnica: “le incertezze – ci ha detto il prof. Bianchi – circa la ripresa del volo da Leningrado verso lo Spitzberg sono perfettamente comprensibili, quando si pensi che in imprese simili fretta e prudenza non vanno mai dissociate. Fretta nel cogliere ogni occasione propizia e prudenza nell’assicurarsi che l’occasione sia propizia in realtà. Bisogna considerare che il salto da Leningrado alle Spitzberg per ragioni meteorologiche locali è forse la parte più difficile di tutta l’impresa. Una volta arrivato alle Spitzberg, a meno di avvenimenti eccezionalissimi ed assolutamente imprevedibili, la riuscita del volo transpolare da quelle isole all’Alaska, è basata sopra questi due caposaldi: sicurezza di orientamento durante il viaggio e disponibilità esuberante di combustibile.
Norge makes Vadso; on to Spitzbergen, New York Times, New York, 5 maggio 1926
[Fredrik Ramm, 11 P.M. Russian time] (…) At half past ten the Norge had crossed the scattered drifting ice south of Bear Island and passed through patchy fog stretching to the northward. We crossed the east side of Bear Island and then set our course to the west of South Cape. All are well.
La partenza da Gatcina, Il giornale d’Italia, 6 maggio 1926
[Leningrado, 5 maggio, ore 11] Stamane alle 9, 300 uomini hanno trascinato il Norge fuori dell’hangar. Il dirigibile ha completato il suo carico di zavorra ed è stato posto in condizioni di poter riprendere il volo.
Il “Norge” alle soglie del mistero polare, Il Corriere d’America, New York, 7 maggio 1926
Il “Norgegia” partito ieri mattina alle 9.40 dall’aereodromo Trotsky a sessanta chilometri da Leningrado salutato dalle acclamazioni di spettatori numerosi nonostante la stagione rigida, è arrivato a Vadso, all’estrema punta nordica della Norvegia, sul Mare Glaciale Artico, alle 4.30 di stamane, dopo una faticosa navigazione di circa diciotto ore, ostacolata da venti contrari.
[dallo stesso articolo = paragrafo: Saluto augurale di Vadso] L’aereonave si è attraccata al pilone di ormeggio eretto a Vadso da oltre un mese; e dopo essersi rifornita di combustibile, riprendeva il volo per King’s Bay, dopo essere stata fatta segno alle più calorose manifestazioni da parte di una folla straordinaria, che dava al dirigibile ed ai suoi arditi piloti un emozionante e indimenticabile saluto augurale, a nome di tutta la Norvegia che con grande ansia segue il gran volo che si effettuerà al comando del suo eroico figlio Amundsen.
I particolari del volo fino a La Kings Bay, Il Popolo, New York, 8 maggio 1926
[dalla Kings Bay, ore 8] Il Norge è ora ricoverato nel suo hangar immenso. Il volo da Vadso a King’s Bay, sopra l’Oceano antico è stato felice come i passati ed il servizio meteorologico eccellente ha permesso di scegliere la rotta migliore, senza incorrere la rotta migliore, senza incorrere in rischi di temporali o fitta nebbia.
“Viva l’Aeronautica italiana!” è il grido di Nobile avviandosi al Polo, Il giornale d’Italia, Roma, 9 maggio 1926
[paragrafo: la “Titina” e il cane esquimese] Dalla cabina del comandante è scesa anche la Titina, la mascotte del col. Nobile. La bestiolina non sembra impressionata della neve, ma piuttosto da un grosso cane esquimese verso il quale cerca di avventarsi abbaiando.